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lunedì 2 luglio 2012

Sotto il cielo di Roma

Il Beato Giovanni Duns Scoto, chiamato ” il Dottor sottile “, nei primi anni del Trecento, aveva detto che la Vergine era stata preservata dal peccato originale, in previsione dei meriti del suo divin Figliolo. Perciò anche la Vergine era stata redenta da Gesù, ma in maniera, diciamo così, “preservatrice”. Il Figlio di Dio poteva far ciò, era conveniente che lo facesse, dunque lo fece. “Potuit, decuit, ergo fecit”. Nonostante questa nuova, sottilissima impostazione, la tesi dell’Immacolata Concezione non venne ufficialmente accettata dalla Chiesa, e la questione fu dibattuta ancora per cinque secoli, tra “labisti ” e ” sinelabisti “; tra “maculisti” e “immacolatisti”, in attesa che la Chiesa si pronunciasse ufficialmente, per bocca di un sommo Pontefice.
… L’8 dicembre 1854, alle 11 della mattina, in San Pietro, Pio IX, in nome della Chiesa e con l’infallibile autorità di Maestro della fede, proclamava solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria.
Il cielo di Roma era piovigginoso quella mattina, ma al momento della proclamazione, un raggio di sole ruppe le nuvole e batté sul chiaro volto del Papa dell’Immacolata.
Quattro anni dopo, la Signora della grotta, a Lourdes, confermava a Bernardetta, quel dogma, dicendo chiaramente: ” Io sono l’Immacolata Concezione”, cioè io sono l’immagine miracolosa della verità, lungamente dibattuta e infine definita, dalla Chiesa di Roma.
(Cfr. Piero Bargellini, Bernadetta, L.V.G. Azzate 1983, pp. 45-49)