Translate

mercoledì 6 novembre 2019

L'Ave Maria

Pare a volte che qualcuno abbia timore di esaltare Maria. Certo, non è da mettere al di sopra di Dio, ma “in Dio” sì.
Un santo Cappuccino diceva: “La Madonna si inserisce nella SS.ma Trinità in modo così intimo da esserne avvolta dal mistero. L’Ave Maria è la devozione più bella. La Madonna a Lourdes consiglia il santo rosario. Per la recita del rosario basteranno 20 minuti? Ne saranno necessari 40?... 60? Ognuno deve vivere l’Ave Maria secondo la propria grazia.
La prima parte è Parola di Dio: Ave o Maria … piena di grazia, il Signore è con te…
Santa Maria, Madre di Dio... prega per noi adesso, nel tormento del momento, mentre si svolge la meravigliosa avventura della santità. Adesso … nel groviglio della nostra vita... di fronte ai nostri «no», alle resistenze alla Grazia... nel desiderio, nel tormento di vedere la via di Dio, la sua volontà... di camminare vivendo il gioiosissimo e drammatico momento presente. Adesso… nella sofferenza del ritardo nel proprio programma di vita... di apostolato: la vita che fugge, sentire la nostra impotenza. Adesso… nello sforzo, nell’ansia febbrile per il Regno, nel desiderio della gioia pura, della vita in Cristo… nel credere alla carità… in una perfetta disponibilità alla Chiesa… nel momento che non torna più!
Nell’ora della nostra morte… nel momento «X», in cui incontreremo Lui, l’istante tante volte ricordato nella vita. Sarà la continuazione del colloquio iniziato nella meditazione, vissuto nell’orazione affettiva, perfezionato nel silenzio dell’orazione di semplicità, forse nell’angoscia della notte dei sensi e dello spirito.
Prega per noi nell’ora della nostra morte! Quando l’anima riprenderà coscienza nella folgorante luce di Dio.
Il desiderio, l’attesa del momento «X», ipnotizzi tutta la vita. Amen!

Fate quello che vi dirà (Gv 2,5)


Nel segno delle nozze di Cana, nel breve spazio di 4 versetti si menziona 5 volte Maria, quattro volte con il titolo di «madre» una volta con la designazione di «donna» Questo ha un significato profondo: i protagonisti della narrazione sono Gesù e Maria. Gesù è lo sposo inviato dal padre e Maria la sposa-popolo di Dio. Maria rappresenta il popolo di Dio che incontra lo sposo, svolge una mediazione come Mosè aveva fatto sul monte Sinai, quando aveva esortato il popolo ad accogliere la legge. Ora Maria esorta i servi ad accettare la rivelazione di Gesù, il nuovo vino: «quanto egli vi dirà fatelo». Maria si accorge che il vino è finito, interviene presso Gesù: «non hanno più vino».
Maria nota un vuoto e tristezza nella vita caratterizzati dalla mancanza del vino e intercede presso Gesù. Dopo la doppia interrogazione di Gesù «cosa c’è tra me e te o donna? Non è ancora giunta la mia ora» ecco la risposta «fate quello che lui vi dirà». Notiamo che queste sono le ultime parole di Maria nei vangeli, e sono le stesse parole con cui il popolo di Dio dice sì a l’alleanza. «Tutto ciò che il Signore ha detto noi faremo ed eseguiremo». Ci troviamo in un momento particolare della storia della salvezza, le nozze tra Dio e il suo popolo, e il vino rappresenta che siamo nel cuore della festa per la presenza dello sposo che è Gesù. C’era la madre di Gesù, non una presenza statica, ma partecipe di questa festa di nozze, come rappresentante del popolo di Dio e come madre. Ci aiutano le parole di Giovanni Paolo II presso il santuario di Suyapa, in Honduras, l’8 marzo 1983: «Non possiamo accogliere la Vergine come madre senza essere docili alla sua parola che ci mostra Gesù come maestro di verità, che bisogna ascoltare e seguire: "fate ciò che egli vi dirà". Questa parola Maria la ripete continuamente quando porta suo figlio nelle sue braccia e lo indica con il suo sguardo».Maria nei vangeli ha parlato poco, ma ha detto tutto: il suo sì all’angelo. E il suo silenzio è ancora più eloquente. Nel Vangelo di Luca (2,19) si legge: «Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». I due verbi (syntereo, conservava e synballo, meditava) esprimono tutto il dramma di fede che si svolge nell’animo di Maria, fin dal primo momento della sua vocazione. Nulla è chiaro di ciò che le sta accadendo tuttavia non depone la sua fiducia, non desiste dall’accogliere la Parola di Dio. La fede è anche in lei un cammino, una ricerca, lenta e faticosa, non un pacifico possesso. Per concludere, Maria parla poco nel vangelo, ma dice tutto sia con le sue parole, che con i suoi silenzi. (Cfr. Don Francesco Carensi, Toscana oggi web, ultimo accesso 12-09-2019).

Carissimi, questo breve e intensissimo tratto che abbiamo avuto la gioia di riscoprire, pare fatto apposta per noi, anzi, sappiamo che siamo anche noi i protagonisti della Parola. Non abbiamo che disporci a vivere queste cose meravigliose ed aprirci sempre più all’azione dello Spirito Santo per vivere e comprendere sempre meglio la Parola! Tutto affidiamo alla Vergine Immacolata

venerdì 9 agosto 2019

Il Passaggio di Dio


Il profeta Elia, in fuga, si rifugia in una caverna sul monte Oreb:

Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». 
Chi legge attentamente questo brano, viene colto da una strana sensazione del divino. Dio passa in un “mormorio di un vento leggero“. In ebraico si tratta di una frase di difficile comprensione, anche per la famosa traduzione in greco dei Settanta. Alcuni traducono dall’ebraico “Una voce di silenzio svuotato”, oppure “Un rumore di silenzio piccolo”.
Avvertiamo quindi il passaggio di Dio come un qualcosa di estremamente leggero, svuotato, piccolo.
Pensiamo ai rumori di questa civiltà odierna e alla necessità di raccoglimento profondo dell’anima per avvertire il passaggio di Dio in quella Voce che risuona nelle profondità del nostro spirito come un leggerissimo batter d’ala.