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martedì 22 maggio 2007

Fede e Ragione aperte al mistero

Ho trovato interessante il libro “Dove fede e ragione si incontrano?” (Bruno Forte e Giulio Giorello, SanPaolo 2006). Il teologo Bruno Forte, per illustrare il tema, si è servito di tre scene:
Davanti al Signore del nulla, che vorrebbe spingere fino in fondo il contrasto tra fede e ragione, la tesi cioè per la quale una ragione esercitata fino in fondo non può portarci nei tratti pacificanti della fede, ma ci porta semplicemente sulle sponde del nulla (Andrea Emo).
Verso il Dio possibile, che ci porta di fronte a una scelta radicale dove la ragione non è sacrificata, ma è spinta fino in fondo (Massimo Cacciari, Enzo Vitello). Quando questo avviene si giunge allo stupore della ragione che si ferma come davanti ad una soglia, ad un “Altro”.
Qui si apre uno spazio straordinario per l'incontro con la fede.
Fra paradosso e analogia: qui la sfida è vedere come fede e ragione possono incontrarsi (Paolo di Tarso e Tommaso d’Aquino). Paolo di Tarso nella Lettera ai Romani afferma l’impossibilità di fare il bene che vorrebbe: in questa condizione tragica si fa presente il Dio cristiano che non è l'altra parte oscura, ma è l'Altro che viene a noi, che abita la morte, che accetta di assumere su di sé la maledizione.
Tommaso d'Aquino la ragione della fede è quella che sa mantenersi "solitaria custode del mistero", è una ragione aperta al mistero stesso.
Bruno Forte conclude: dopo queste tre scene, quale sopravvive?
La fede, la ragione, nessuna delle due, entrambe?
La risposta del teologo alla luce del percorso fatto è: certamente entrambe. A condizione che entrambe siano anzitutto agoniche, cioè che accettino la sfida, la lotta.
Una ragione troppo sicura di sé, una ragione ideologica, diventa violenta e totalitaria. Una fede che non faccia spazio al dubbio, un credente che non voglia essere il povero ateo che ogni giorno si sforza di cominciare a credere, rischia di fare della sua fede una rassicurazione comoda.
Dunque, fede e ragione che accettano la lotta, la passione e proprio così si aprono all'amore, la parola che il Nuovo Testamento adopera per esprimere la forma più alta dell'Incontro.

(Trattato in modo più approfondito sul sito: www.federagione.it)

sabato 19 maggio 2007

Il messaggio cristiano è messaggio d'amore

Secondo la fede cristiana nessuno è solo e nessuno è destinato all'annientamento!
Il messaggio cristiano non è anzitutto il nostro impegno morale: esso consiste primariamente in una buona notizia ("buona notizia" è la traduzione dal greco di "vangelo") e solo in conseguenza consiste anche nell'accogliere liberamente questo annunzio.

Dunque, il Cristianesimo è composto di due momenti fondamentali, strettamente connessi: quello del messaggio e quello della sua accoglienza. Insieme, tali momenti possono ridursi a questo: Dio ci ama tutti come Padre, e quindi siamo tutti chiamati a vivere da figli di Lui e da fratelli tra di noi. Siamo entrati in un'unica grande famiglia che durerà per sempre: per questo, siano chiamati a parteciparvi offrendo il nostro piccolo contributo d'amore (cf.
teologo Antonio Rudoni).



giovedì 10 maggio 2007

Fede e ragione


"Quando la ragione è spinta fino in fondo, quando il coraggio dell'interrogazione è esercitato senza risparmio, non si può non giungere allo stupore della ragione, a quella ragione aperta che si ferma davanti ad un'alterità. Qui si apre uno spazio straordinario per l'incontro con la fede". (Cf Bruno Forte in Dove fede e ragione s'incontrano? Sanpaolo 2006)

Come cielo e mare
s' incontrano all'orizzonte,
così Fede e Ragione
si uniscono
per aprirsi al Mistero.