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sabato 30 marzo 2013

... e già splendevano le luci del Sabato ...

In ogni tramonto c'è la promessa di una nuova aurora
Era il giorno della Parasceve (preparazione) e già splendevano le luci del sabato.. (Luca 23,54).

Dopo il racconto drammatico della crocifissione di Gesù mi imbatto in questa pericope.
Pare raggiunga l'anima un grande silenzio, per un tempo indefinito, un tempo che sta tra la notte e l'aurora, un qualcosa che evoca il rosa azzurrino di un tramonto e di un'aurora..
Lo spirito si adagia in un sereno riposo pieno di indicibile speranza, speranza che domani sarà RISURREZIONE.

... e già splendevano le luci del Sabato ...

In ogni tramonto c'è la promessa di una nuova aurora
Era il giorno della Parasceve (preparazione) e già splendevano le luci del sabato.. (Luca 23,54).

Dopo il racconto drammatico della crocifissione di Gesù mi imbatto in questa pericope.
Pare raggiunga l'anima un grande silenzio, per un tempo indefinito, un tempo che sta tra la notte e l'aurora, un qualcosa che evoca il rosa azzurrino di un tramonto e di un'aurora..
Lo spirito si adagia in un sereno riposo pieno di indicibile speranza, speranza che domani sarà RISURREZIONE.

mercoledì 27 marzo 2013

Ho trovato un gioiello!

Oggi Giuda (e non solo lui) s'impicca. (Matteo 26,14-25).
E' sempre l'ora della misericordia.
Senza nulla togliere al nostro carisma di informazione sulla fede e di accurata preparazione per annunciare OGGI un Vangelo "credibile", siamo pure testimoni di speranza e di amore. 
Con la vita.
Ed ora ecco il gioiello che ho trovato e che trrasmetto: E' uno scritto di Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa e compatrona d'Europa:  La disperazione di Giuda.


                                      

Ho trovato un gioiello!

Oggi Giuda (e non solo lui) s'impicca. (Matteo 26,14-25).
E' sempre l'ora della misericordia.
Senza nulla togliere al nostro carisma di informazione sulla fede e di accurata preparazione per annunciare OGGI un Vangelo "credibile", siamo pure testimoni di speranza e di amore. 
Con la vita.
Ed ora ecco il gioiello che ho trovato e che trrasmetto: E' uno scritto di Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa e compatrona d'Europa:  La disperazione di Giuda.


                                      

sabato 23 marzo 2013

Un discorso che ci interessa

Ma c’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.

E così giungo ad una seconda ragione del mio nome. Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.
Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini.
...
In quest’opera è fondamentale anche il ruolo della religione. Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.
...
Ed è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli.

Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti.

(Dall'udienza di Papa Francesco al Corpo Diplomatico, 22 marzo 2013)

Un discorso che ci interessa

Ma c’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.

E così giungo ad una seconda ragione del mio nome. Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.
Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini.
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In quest’opera è fondamentale anche il ruolo della religione. Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.
...
Ed è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli.

Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti.

(Dall'udienza di Papa Francesco al Corpo Diplomatico, 22 marzo 2013)

lunedì 18 marzo 2013

La luce del mondo

L'altra mattina, pregando il Vangelo, ho pensato: Gesù esclama "Io sono la luce del mondo ...!"
E' facile prestare fede a un giovane di circa trentacin que anni che gira predicando in questo modo per le vie della Palestina? E che porta a testimone il Padre che nessuno vede... ?
Mi sono chiesta: ma avrebbero potuto credergli? E la risposta è stata SI'.
C'era infatti qualcuno che riceveva questa conferma direttamente dal Padre.
Ricordo Pietro che davanti alla domanda di Gesù "Chi dite che io sia?" Risponde da 30 summa cum laude. E Gesù: hai indovinato! Ma non viene da te, te l'ha rivelato il Padre ...
Cerco di scavare per comprendere di più:  Penso la Sua risposta a Filippo che gli aveva chiesto: "Facci vedere il Padre ...": "Chi vede me vede il Padre". Ma anche questa risposta fa pensare.
Allora provo a darmi una risposta così: per poter comprendere era necessaria la FEDE, quella che Gesù continuamente chiedeva per operare le guarigioni ed i miracoli in genere. Sovente dopo una guarigione concludeva: "Va, la tua fede ti ha salvato"
Allora la fede nasce nel chiaroscuro, non nasce per aver visto un "miracolo", ma Dio ci offre i segni che ci bastano per comprendere che non è irrazionale credere, che la fede è  "credibile".
Dopo avverrà tutto il resto ...

La luce del mondo

L'altra mattina, pregando il Vangelo, ho pensato: Gesù esclama "Io sono la luce del mondo ...!"
E' facile prestare fede a un giovane di circa trentacin que anni che gira predicando in questo modo per le vie della Palestina? E che porta a testimone il Padre che nessuno vede... ?
Mi sono chiesta: ma avrebbero potuto credergli? E la risposta è stata SI'.
C'era infatti qualcuno che riceveva questa conferma direttamente dal Padre.
Ricordo Pietro che davanti alla domanda di Gesù "Chi dite che io sia?" Risponde da 30 summa cum laude. E Gesù: hai indovinato! Ma non viene da te, te l'ha rivelato il Padre ...
Cerco di scavare per comprendere di più:  Penso la Sua risposta a Filippo che gli aveva chiesto: "Facci vedere il Padre ...": "Chi vede me vede il Padre". Ma anche questa risposta fa pensare.
Allora provo a darmi una risposta così: per poter comprendere era necessaria la FEDE, quella che Gesù continuamente chiedeva per operare le guarigioni ed i miracoli in genere. Sovente dopo una guarigione concludeva: "Va, la tua fede ti ha salvato"
Allora la fede nasce nel chiaroscuro, non nasce per aver visto un "miracolo", ma Dio ci offre i segni che ci bastano per comprendere che non è irrazionale credere, che la fede è  "credibile".
Dopo avverrà tutto il resto ...

venerdì 15 marzo 2013

L'evangelizzazione secondo Papa Francesco


L'esperienza della fede ci colloca nell'esperienza dello Spirito segnata dalla capacità di mettersi in cammino... Non c'è nulla che sia più opposto allo Spirito che fermarsi, rinchiudersi. Quando non si passa per la porta della fede, la porta si chiude, la Chiesa si chiude, il cuore si ripiega e la paura e la cattiva disposizione “inacidiscono” la Buona Novella. Quando il crisma della fede si secca e si irrancidisce, l'evangelizzatore non contagia più perché ha perso la sua fragranza, diventando spesso causa di scandalo e di allontanamento per molti. Chi crede riceve quella beatitudine che attraversa tutto il Vangelo e che risuona nel corso della storia, già sulle labbra di Elisabetta: “Beata colei che ha creduto”, già ricordata da Gesù a Tommaso: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (9 giugno 2012).

giovedì 14 marzo 2013

L'evangelizzazione secondo Papa Francesco


L'esperienza della fede ci colloca nell'esperienza dello Spirito segnata dalla capacità di mettersi in cammino... Non c'è nulla che sia più opposto allo Spirito che fermarsi, rinchiudersi. Quando non si passa per la porta della fede, la porta si chiude, la Chiesa si chiude, il cuore si ripiega e la paura e la cattiva disposizione “inacidiscono” la Buona Novella. Quando il crisma della fede si secca e si irrancidisce, l'evangelizzatore non contagia più perché ha perso la sua fragranza, diventando spesso causa di scandalo e di allontanamento per molti. Chi crede riceve quella beatitudine che attraversa tutto il Vangelo e che risuona nel corso della storia, già sulle labbra di Elisabetta: “Beata colei che ha creduto”, già ricordata da Gesù a Tommaso: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (9 giugno 2012).

martedì 12 marzo 2013

Credette e si mise in cammino ... (Giovanni 4,46-54)

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". Ma il funzionario del re insistette:""Signore, scendi prima che il mio bambino muoia".
Gesù gli risponde: "Và, tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.

Sappiamo dal resto del tratto di Vangelo che tornato a casa il funzionario trovò il figlio guarito.

"credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino"

Si mise in cammino prima di aver riscontrato il miracolo: Bastò la fede.

Credette e si mise in cammino ... (Giovanni 4,46-54)

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". Ma il funzionario del re insistette:""Signore, scendi prima che il mio bambino muoia".
Gesù gli risponde: "Và, tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.

Sappiamo dal resto del tratto di Vangelo che tornato a casa il funzionario trovò il figlio guarito.

"credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino"

Si mise in cammino prima di aver riscontrato il miracolo: Bastò la fede.

lunedì 4 marzo 2013

Nube luminosa

Precipizio di Nazaret
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino (Luca 4,24-30).
Ritengo che l'abbiano rifiutato perché non l'hanno riconosciuto come Messia e tanto meno come Dio. Altrove si legge che dicevano: "Ma non è costui il figlio del falegname? Di Maria? Sappiamo chi è ...
E invece non lo sapevano.
Gesù è molto gentile. Si presenta lasciando un margine per la fede.
Dio si manifesta come "nube luminosa" (Esodo). Con dei contorni non sempre chiari negli avvenimenti.
Penso che sia il desiderio di accoglierlo a far sì che io lo riconosca negli eventi, nei segni.
Se lo rifiuto, se ne va subito... E se ne va anche la pace

Nube luminosa

Precipizio di Nazaret
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino (Luca 4,24-30).
Ritengo che l'abbiano rifiutato perché non l'hanno riconosciuto come Messia e tanto meno come Dio. Altrove si legge che dicevano: "Ma non è costui il figlio del falegname? Di Maria? Sappiamo chi è ...
E invece non lo sapevano.
Gesù è molto gentile. Si presenta lasciando un margine per la fede.
Dio si manifesta come "nube luminosa" (Esodo). Con dei contorni non sempre chiari negli avvenimenti.
Penso che sia il desiderio di accoglierlo a far sì che io lo riconosca negli eventi, nei segni.
Se lo rifiuto, se ne va subito... E se ne va anche la pace

Ali di aquile

Voi stessi avete visto ...come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. (Esodo 19, 4)

E' Dio che ci "porta" e ci attira a sé. Sta a noi ascoltarlo e lasciarci portare.
Ascolto e abbandono allo Spirito Santo.
La piccola grande Teresa di Lisieux usa la metafora dell'"Ascensore divino": scoprendosi piccola, non si spaventa, ma si accetta e si abbandona nelle braccia, sulle ali di Dio. Così giunge alla pace.

Ali di aquile

Voi stessi avete visto ...come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. (Esodo 19, 4)

E' Dio che ci "porta" e ci attira a sé. Sta a noi ascoltarlo e lasciarci portare.
Ascolto e abbandono allo Spirito Santo.
La piccola grande Teresa di Lisieux usa la metafora dell'"Ascensore divino": scoprendosi piccola, non si spaventa, ma si accetta e si abbandona nelle braccia, sulle ali di Dio. Così giunge alla pace.

domenica 3 marzo 2013

Gesù le disse: Dammi da bere

Colui che domandava da bere,   
aveva sete della fede della samaritana.
(Sant'Agostino)

Che bello essere "umili" operai e operaie nella vigna del Signore perché divampi sempre più la fede in Dio!

Gesù le disse: Dammi da bere

Colui che domandava da bere,   
aveva sete della fede della samaritana.
(Sant'Agostino)

Che bello essere "umili" operai e operaie nella vigna del Signore perché divampi sempre più la fede in Dio!