Translate

mercoledì 6 novembre 2019

Fate quello che vi dirà (Gv 2,5)


Nel segno delle nozze di Cana, nel breve spazio di 4 versetti si menziona 5 volte Maria, quattro volte con il titolo di «madre» una volta con la designazione di «donna» Questo ha un significato profondo: i protagonisti della narrazione sono Gesù e Maria. Gesù è lo sposo inviato dal padre e Maria la sposa-popolo di Dio. Maria rappresenta il popolo di Dio che incontra lo sposo, svolge una mediazione come Mosè aveva fatto sul monte Sinai, quando aveva esortato il popolo ad accogliere la legge. Ora Maria esorta i servi ad accettare la rivelazione di Gesù, il nuovo vino: «quanto egli vi dirà fatelo». Maria si accorge che il vino è finito, interviene presso Gesù: «non hanno più vino».
Maria nota un vuoto e tristezza nella vita caratterizzati dalla mancanza del vino e intercede presso Gesù. Dopo la doppia interrogazione di Gesù «cosa c’è tra me e te o donna? Non è ancora giunta la mia ora» ecco la risposta «fate quello che lui vi dirà». Notiamo che queste sono le ultime parole di Maria nei vangeli, e sono le stesse parole con cui il popolo di Dio dice sì a l’alleanza. «Tutto ciò che il Signore ha detto noi faremo ed eseguiremo». Ci troviamo in un momento particolare della storia della salvezza, le nozze tra Dio e il suo popolo, e il vino rappresenta che siamo nel cuore della festa per la presenza dello sposo che è Gesù. C’era la madre di Gesù, non una presenza statica, ma partecipe di questa festa di nozze, come rappresentante del popolo di Dio e come madre. Ci aiutano le parole di Giovanni Paolo II presso il santuario di Suyapa, in Honduras, l’8 marzo 1983: «Non possiamo accogliere la Vergine come madre senza essere docili alla sua parola che ci mostra Gesù come maestro di verità, che bisogna ascoltare e seguire: "fate ciò che egli vi dirà". Questa parola Maria la ripete continuamente quando porta suo figlio nelle sue braccia e lo indica con il suo sguardo».Maria nei vangeli ha parlato poco, ma ha detto tutto: il suo sì all’angelo. E il suo silenzio è ancora più eloquente. Nel Vangelo di Luca (2,19) si legge: «Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». I due verbi (syntereo, conservava e synballo, meditava) esprimono tutto il dramma di fede che si svolge nell’animo di Maria, fin dal primo momento della sua vocazione. Nulla è chiaro di ciò che le sta accadendo tuttavia non depone la sua fiducia, non desiste dall’accogliere la Parola di Dio. La fede è anche in lei un cammino, una ricerca, lenta e faticosa, non un pacifico possesso. Per concludere, Maria parla poco nel vangelo, ma dice tutto sia con le sue parole, che con i suoi silenzi. (Cfr. Don Francesco Carensi, Toscana oggi web, ultimo accesso 12-09-2019).

Carissimi, questo breve e intensissimo tratto che abbiamo avuto la gioia di riscoprire, pare fatto apposta per noi, anzi, sappiamo che siamo anche noi i protagonisti della Parola. Non abbiamo che disporci a vivere queste cose meravigliose ed aprirci sempre più all’azione dello Spirito Santo per vivere e comprendere sempre meglio la Parola! Tutto affidiamo alla Vergine Immacolata