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venerdì 9 agosto 2019

Il Passaggio di Dio


Il profeta Elia, in fuga, si rifugia in una caverna sul monte Oreb:

Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». 
Chi legge attentamente questo brano, viene colto da una strana sensazione del divino. Dio passa in un “mormorio di un vento leggero“. In ebraico si tratta di una frase di difficile comprensione, anche per la famosa traduzione in greco dei Settanta. Alcuni traducono dall’ebraico “Una voce di silenzio svuotato”, oppure “Un rumore di silenzio piccolo”.
Avvertiamo quindi il passaggio di Dio come un qualcosa di estremamente leggero, svuotato, piccolo.
Pensiamo ai rumori di questa civiltà odierna e alla necessità di raccoglimento profondo dell’anima per avvertire il passaggio di Dio in quella Voce che risuona nelle profondità del nostro spirito come un leggerissimo batter d’ala.