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giovedì 17 marzo 2022

Coltivare la speranza

Il Profeta Isaia, nel cap. 35, punta l'occhio “penetrante” nel futuro e con un linguaggio simbolico profetizza l'avvento di un tempo di ribaltamento delle situazioni:

Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
                                           il suolo riarso sorgenti d'acqua.

Questa alta poesia lascia trasparire come una voce lontana:  "Beati...beati...beati..."
È la voce di Gesù, del Vangelo, del vino nuovo in otri nuovi.
Questa voce continuerà a risuonare nei secoli.

Noi viviamo in questo tempo di speranza.
Crolleranno i muri , cadranno le barriere fra i popoli, la natura godrà di questa armonia.

- Ma non è utopia? Guardiamoci attorno...

- Noi sappiamo che nel campo di grano, anche in ciascuno di noi, viene seminata zizzania…
Ma guardiamoci ancora attorno: quanto bene!
Gesù continua a guarire il sordomuto come leggiamo nel Vangelo di Marco cap. 7.

Il sordomuto sono io, sono tante sorelle e fratelli.
E se noi sapremo avvicinarci e toccare le ferite di chi soffre, nascerà il miracolo.