Leggiamo
nei Fioretti che un giorno, mentre Francesco usciva dalla selva dove si era
sprofondato in preghiera, frate Masseo, gli si fece incontro e gli disse:
«Perché a te, perché a te, perché a te?». San Francesco non comprese, per cui
frate Masseo riprese:
«Dico, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni
persona pare che desideri di vederti e d’udirti e d’ubbidirti? Tu non se’
bello uomo del corpo tu non se’ di
grande scienza, tu non se’ nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga
dietro?».
A
questa domanda Francesco rispose: «Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me?
vuoi sapere perché a me tutto ’l mondo mi venga dietro? … Questo io ho da
quelli occhi dello altissimo Iddio, li quali in ogni luogo contemplano i buoni
e li rei: imperciò che quelli occhi santissimi non hanno veduto fra li
peccatori nessuno più vile, né più insuffciente, né più grande peccatore di me…».
Pare
che le genti vedessero in lui, pieno di umanità, un altro Cristo. Certo che
Francesco aveva una grande familiarità
con le sacre Scritture, specialmente con il Vangelo. Ripeteva sovente nei suoi
discorsi, non “disse Gesù”, ma “dice Gesù”, perché sapeva bene che
Gesù, a chi legge il Vangelo con attenzione ed amore, parla, essendo Egli il
Risorto, il Vivente.
Cosa dice questo a
noi, oggi?